11 gennaio del 2015, Camp Nou. A contrapporsi al Barça arriva un Atletico Madrid in transizione dopo la vittoria del campionato di due anni prima. Nonostante il periodo non ottimale, lo scontro tra queste due squadre ha sempre suscitato vecchi rancori e grandi emozioni. Il mondo azulgrana si stava abituando alla MSN a piccoli passi senza grandi svarioni. Ma dopo quella sfida ogni tifoso cambiò la sua opinione su quel tridente.
Ad aprire le danze è Neymar che, dopo una percussione perentoria di Messi, si ritrova il pallone tra i piedi buttandola alla spalle di Moyà. La partita è a dir poco rovente ed il trio sudamericano punta sull’innervosirsi dei colchoneros. Sembra quasi che ballano sopra il pallone facendo uscire tutto il calcio bailado che è in loro. Per il bis del vantaggio, è ancora una volta la Pulce ad illuminare la manovra blaugrana con un tocco della palla artistico. Mandando in visibilio i suoi tifosi ed al bar i suoi avversari, innesca l’assist per la rete di Suarez. Il penalty trasformato da Mandzukic non fermerà l’anima del Barcellona che nei minuti finali conquisterà il terzo goal. E chi se non Messi l’ha messa dentro. La conclusione di una partita perfetta che sarà solo l’inizio di una grande storia d’amore.
Quella stagione si concluderà con lo storico treble vincendo Champions League, campionato e Copa del Rey. Quei tre segneranno a ripetizione per tutto il corso dell’anno diventando uno degli attacchi più prolifici della storia del calcio. Il calcio con la divisione di queste tre super star ha perso un grande spettacolo che difficilmente si potrà ricreare. Neymar partì alla volta di Parigi crinando i rapporti con l’ambiente e con la società. Suarez ha abbandonato la Catalogna nell’ultima sessione di mercato sposando paradossalmente proprio la causa dell’Atletico Madrid. Venendo al capitolo Messi, la sua telenovela ha tenuto col fiato sospeso il mondo intero. Il suo addio dal Barça avrebbe segnato la fine di un’epoca ma la situazione continua a non essere delle migliori. Purtroppo ad ogni fiaba c’è una fine, e neanche tanto bella.